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Gli elementi e la manifestazione del carsismo trovano in quest'angolo della Slovenia meridionale, al confine con la Croazia, un più che buon grado d'espressione, grazie alla presenza dei campi solcati, delle pietraie, delle rocce verticali del ciglione e delle stupende architetture delle falesie, che precipitano nella piana croata.
L'itinerario, molto ben tenuto, lungo ma non difficile, ha inizio a Sočerga, l'ultimo paese della Slovenia, posto lungo la strada per Buzet/HR. Dal paese risaliamo alla Chiesa di Sv. Kvirin, alta su un poggio al limite del vastissimo altopiano, che si sviluppa con i suoi ampi spazi verso la Ciceria. Questo è già un buon punto panoramico verso quest'ultima direzione, caratterizzata dalla catena delle montagne dell'interno, abbondantemente innevate. La giornata tersa, l'azzurro cielo limpido, il colore della neve che sembra riflettersi nel cielo ed i silenzi amplificano piacevolmente queste atmosfere rasserenanti. Si cammina lungo il margine del ciglione, godendo di belle vedute sulla piana croata punteggiata da piccoli insediamenti abbracciati da campi e da boschi. Una meritevole deviazione conduce in breve al Bunker, un'interessante apertura nella roccia dalla quale, forse, un tempo si vigilava da posizione privilegiata sui transiti per queste contrade. Procedendo, si ha modo di osservare delle belle pareti verticali di roccia bianca, che precipitano verticalmente, creando scorci d'interessante bellezza. Fratture spettacolari nella roccia catturano l'attenzione, mentre la vegetazione alterna piccoli boschi di latifoglie a più estese superfici di landa. Di tanto in tanto si offrono dei meravigliosi balconi naturali dove soffermarsi, per ammirare questo spettacolo. L'ultimo tratto del ciglione offre 2 formidabili attrattive: il piccolo ponte naturale formato dalle rocce fra le quali si apre una pittoresca finestra e, poco più avanti, le spettacolari falesie dalle pareti lisce e porose, che si aprono scavando un enorme riparo naturale, sicuro rifugio per gli uccelli di passo.
Abbandonato il margine del ciglione, l'itinerario piega verso l'interno, raggiungendo, mediante una piacevole camminata nel bosco, il villaggio di Dvori, edificato in posizione assai riparata dagli sferzanti venti e dalle inondazioni che si verificano in occasione di eccezionali precipitazioni, le quali non essendo assorbite rapidamente dal terreno argilloso del fondovalle, creano una sorta di lago intermittente. L'acqua raccolta in questa valle, infatti, ha un unico punto di svaso: sono le aperture nella roccia sovrastanti il paese croato di Mlini, da dove l'acqua scaturisce in una suggestiva serie di cascate, per poi riversarsi nel fondovalle.
Da Dvori risaliamo il versante opposto della valle, risalendo una carrareccia molto ripida, che un tempo conduceva sull'orlo dell'altopiano opposto a quello percorso poc'anzi. Qui la vegetazione è più rigogliosa e, poiché si è ad un'altitudine lievemente superiore, incontriamo delle chiazze di neve nonostante si cammini lungo il versante solatio della valle. La pista forestale sbuca sulla stretta strada per Rakitovec, l'ultima stazione ferroviaria della Slovenia. Ne discenderemo un lungo tratto, che ci riporterà a fondovalle in corrispondenza del paese di Movraz, dove l'agricoltura e l'allevamento sono apprezzabilmente praticati. Effettuiamo una piacevole sosta presso un ospitale contadino, che ci mostra il suo podere e ci accenna alla sua attività, mentre sorseggiamo un buon bicchiere di vino.
E' il momento d'intraprendere l'ultima risalita del nostro anello, quella che ci riporterà alla Chiesa di Sv. Kvirin, attraversando 2 spalloni boscosi, che solamente nella loro parte superiore ci consentono di ammirare l'intero percorso da noi affrontato, congedandoci con belle immagini carsiche e di monti remoti poco frequentati ed innevati. Il vento freddo ha ripreso a soffiare sull'altopiano ed il sole non è più tiepido come a mezzogiorno, quando la temperatura era decisamente primaverile. Nel tardo pomeriggio prende il sopravvento il freddo, che ci costringe a scendere dall'altopiano, infilarci nel bosco e, seguendo un tratto d'antica viabilità, raggiungere Socerga, portando a termine la lunga escursione.
Buona gita!
Giuliano